In Italia, negli ultimi 30 anni, l’obesità è triplicata e nel Mezzogiorno è allarme. Per contrastare efficacemente l’obesità, dunque, si deve cominciare a tavola e continuare all’aria aperta.
I numeri allarmanti
In Campania, per esempio, quasi 1 bambino su 2 è obeso per un totale di 70mila bambini di cui 20mila casi gravi; sono invece circa 180mila i piccoli in sovrappeso. Sono alcuni dei dati contenuti nella seconda edizione di “Eating Planet, Cibo e sostenibilità: costruire il nostro futuro” a cura della Fondazione Barilla Center for Food & Nutrition, presentata a Napoli in occasione dell’incontro “Cultura del cibo, evoluzione dei sistemi alimentari e salute”. In Italia, sono quasi 2 gli adolescenti su 10 ad avere un peso in eccesso, il 10% sono obesi e, insieme con Grecia e Spagna, la nostra è la nazione con il più alto tasso di bambini in sovrappeso e obesi d’Europa. Il problema dell’obesità infantile appare ancora più grave se considerato a livello globale, dove sono 170 milioni i bambini in età scolare sovrappeso o obesi. In Europa questa patologia si sta diffondendo “a macchia d’olio”, con un dato che oscilla tra gli 11,8 e i 16,6 milioni di bambini con eccesso di peso, di cui tra i 2,9 e i 4,4 milioni sono obesi. I livelli di obesità dell’Italia e dell’Europa si stanno avvicinando cosa che dipinge un quadro che ancora più delicato se si pensa che i giovani e gli adulti che fanno sport sono sempre meno: solo 3 su 10. Non sono migliori i dati che riguardano i più piccoli: solo 1 su 6 pratica sport per non più di un’ora a settimana.
Alla riscoperta della dieta mediterranea
Un consiglio è andare alla “riscoperta” della dieta mediterranea, che ha festeggiato a settembre i suoi primi 5 anni dalla proclamazione dell’Unesco come ‘patrimonio dell’umanità’. Uno stile alimentare “quasi” perso in Italia, dove si fa sempre più largo la tendenza ad abbandonare la dieta mediterranea in favore di altri modelli alimentari. Ogni giorno vengono consumati nel nostro Paese circa 105 milioni di pasti, di cui il 24% fuori casa, con una prevalenza dei pranzi (53%) sulle cene (47%). E l’accelerare dello stile di vita si riflette sul modo di mangiare: i pranzi vengono consumati “di corsa” in meno di dieci minuti per il 9% degli intervistati e il 14% addirittura lo consuma in piedi. Il risultato è che il tempo dedicato all’alimentazione risulta compresso e subordinato agli altri impegni quotidiani. Anche fuori dai confini nazionali la situazione non è poi tanto diversa.